Lievito madre

by Federica Tommei

Lievito madre, la “ricetta” di oggi…

… anni fa, quando il lievito madre andava di “moda”, una mia amica mi chiese se fossi interessata ad avere un pezzetto del suo lievito, per farlo crescere e usare per le mie preparazioni. Allora rifiutai, perché ritenevo di non essere in grado di prendermi “cura” del lievito in maniera adeguata. Per cui continuai ad usare il lievito di birra per le mie rare preparazioni di lievitati.

Ma un paio di anni fa parlando con la mia amica katiuscia, da cui compro il pane ogni sabato mattina, mi sono resa conto che occuparsi del lievito è semplicissimo, niente affatto impegnativo e “maniacale” come anni fa si era prospettato.

 

Lei mi disse che bastava rinnovarlo una-due volte la settimana con un pochino di farina e acqua tiepida, per cui decisi di provare.

Il lievito madre non mi attraeva allora, e pensavo fosse veramente un impegno eccessivo per una come me, che va sempre di corsa e trascorre pochissimo tempo a casa. Invece katiuscia mi ha fatto ricredere, per cui lo propongo anche a voi.

Effettivamente i lievitati hanno tutta un’altra consistenza con il lievito madre e anche la digestione ne guadagna.

Io non sono eccessiva nella cura del lievito, semplicemente lo rinnovo una volta la settimana d’inverno e un paio d’estate, quando fa molto caldo.

Pesai il mio panetto all’inizio quando katiuscia me lo diede, era circa di 100g e da allora ogni qualvolta lo devo rinnovare lo spezzo a metà, una metà la rinnovo con 4-6 cucchiai di farina e circa 50ml di acqua tiepida, in genere uso quella minerale naturale, non quella del rubinetto. Lo impasto e mi regolo ad occhio se ha più bisogno di acqua o se ha più bisogno di farina. Lo ripongo in frigo in una ciotolina coperto dalla pellicola trasparente e gli dò appuntamento alla settimana successiva.

La metà che non penso di usare purtroppo la butto via, a volte la regalo a chi me lo chiede, mentre quando ho in mente un lievitato la ravvivo allo stesso modo dell’altra, con l’unica differenza che una volta ravvivata non la metto in frigo, ma la ripongo nel forno per una notte intera coperta da un panno umido, e la mattina dopo la uso per la ricetta che avevo pensato.

Anche in questo caso aspetto solo che la mattina dopo il panetto ravvivato sia raddoppiato di volume e poi lo impasto con gli ingredienti, senza fare particolari calcoli di peso e rapporti tra farina e lievito.

Ora voi mi direte, ma non sei affatto attendibile!!! Beh ragazzi, io procedo così ormai da un paio d’anni e tutto va alla grande, il lievito continua a darmi piccole soddisfazioni, e io non mi stresso particolarmente nella gestione della sua cura.

Provare per credere… un’amica fornaia ce l’avrete anche voi no?!? …

fatevi regalare un pezzetto del suo lievito madre e iniziate anche voi questa avventura!!

Nota: ovviamente con questo post e i successivi sull’argomento lievitati con lievito madre, non voglio assolutamente peccare di presunzione, o voler insegnare qualcosa sull’argomento, la mia conoscenza in materia di pasta madre e lievitati è elementare, non sono a questi livelli qui.

Però credo che la mia esperienza possa essere di aiuto e conforto anche ad altri, che come me pensano che il lievito madre sia un tabù, particolarmente difficile da gestire.

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